Praticare il decathlon è come avere dieci amanti, con l'obbligo di renderle tutte felici...(Daley Thompson)

<< Il fascino dell’atleta completo era già presente nei Giochi di Olimpia. Dal 708 a.C. si gareggiava infatti nel pentathlon (i circa 200 metri del giro dello stadio, il salto in lungo, il lancio del disco e il lancio del giavellotto con l’aggiunta della lotta). Nell’era moderna, le prime competizioni di prove multiple ebbero luogo intorno a metà del XIX secolo in Irlanda. Il primo decathlon di cui si abbia notizia fu però svolto negli Stati Uniti, ai Campionati Universitari del 1884, ed era composto da 10 gare in una sola giornata: 100 yards, lancio del peso, salto in alto, marcia 880 yards, lancio del martello, salto con l’asta, 120 yards a ostacoli, getto del peso (25 kg!), salto in lungo e corsa del miglio. Le prove multiple entrarono ufficialmente nel programma olimpico solo ai Giochi di Saint Louis del 1904, mentre il decathlon moderno (ovvero quello con le attuali specialità) fu introdotto ai Giochi Olimpici di Stoccolma 1912. In quell’occasione (si gareggiava in tre giornate) vinse l’americano di origine pellerossa James Francis “Jim” Thorpe, primo grande interprete della disciplina della storia, e grazie al suo grande eclettismo capace di primeggiare poi anche nel baseball e nel football americano. La storia olimpica del decathlon, se si eccettuano alcune delle ultime edizioni, è stata quasi tutta di dominio americano. Figure di grande rilevanza sono state, in questo senso, Bob Mathias (capace di vincere due edizioni delle Olimpiadi, a Londra 1948 e ad Helsinki 1952, la prima delle quali a soli 18 anni), Rafer Johnson (campione olimpico a Roma 1960), Bill Toomey (Città del Messico 1968) e Bruce Jenner (Montreal 1976). Gli anni ’80 furono invece appannaggio del sopra citato decathleta britannico Daley Thompson, capace di vincere due edizioni dei Giochi (Mosca 1980 e Los Angeles 1984) e di portare il record del mondo fino a 8847 punti. Un record poi battuto nel 1992 dall’americano Dan O’Brian (poi vincitore dell’Olimpiade di Atlanta 1996) con 8891 punti, ed infine da Roman Sebrle, primo (e unico) uomo al di sopra dei 9000 punti. Quest’ultimo, campione olimpico di Atene 2004, tenterà tra poche settimane di difendere il suo alloro a Pechino.

In Italia il decathlon ha cominciato a muovere i primi passi negli anni ’20. Solo 40 anni dopo, tuttavia, si è avuto in Franco Sar il primo specialista di caratura internazionale, che ha migliorato a più riprese il record italiano fino agli attuali 7368 punti, arrivando al sesto posto alle Olimpiadi di Roma del 1960. Successivamente, nella nostra nazione il decathlon è passato quasi nell’indifferenza più totale, salvo alcune “isole felici” come l’Alto Adige che ha prodotto atleti come Hubert Indra e Marco Rossi, capaci di portare il record italiano rispettivamente a 7704 punti (nel 1982) e 7761 punti (nel 1988). Solo nella seconda metà degli anni ’90, grazie anche all’opera tecnica di Renzo Avogaro, il movimento ha finalmente assunto rilevanza nazionale. Nel 1996 Beniamino Poserina ha portato a 8169 punti il record italiano, partecipando alle Olimpiadi di Atlanta. Sopra gli 8000 punti è andato anche Paolo Casarsa (8026) nel 2004…>>.

(A.Giannini, dall’articolo “Le dieci fatiche del Decathlon”, pubblicato su La Corsa, Agosto 2008)

 

Marta Saiglia durante una prova di Eptathlon
Marta Saiglia durante una prova di Eptathlon
classifica all time dei migliori risultati nel Decathlon maschile
classifica all time dei migliori risultati nel Decathlon maschile

Il grafico (M.Bogen) dimostra come una attività a carattere generale in età giovanile influisca positivamente sulla performance in età adulta. L'esempio riguarda la specialità del salto in alto. La traccia rossa indica il livello raggiunto da un atleta che sin dalla giovane età fa uso di sovraccarichi in senso già specialistico, risultati ottimi subito ma poi...stagnazione degli stessi. Il tracciato blu, invece, indica i risultati di un atleta avviato prevalentemente a carico naturale, con esercitazioni di carattere generale. Vince meno nell'immediato ma poi...

<<Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile>>       (S.Francesco d'Assisi)

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